sabato, giugno 28, 2008

il P2P non nuoce alle reti


leggevo "The Inquirer" e mi sono imbattuto in un articolo che poi faceva riferimento a quest'altro articolo che a sua volta portava ai dati ufficiali. Insomma un fil rouge da seguire per approfondire un argomento stuzzicante.
In pratica si racconta della BELL (compagnia telefonica americana) obbligata a rendere pubblici, entro il 23 di giugno, i dati della sua ricerca volta a dimostrare come il P2P affondasse la rete internet.
Risultato?? Si è scoperto come su un periodo di 2 mesi solo dal 2% al 5% dei suoi collegamenti di rete avesse in qualche modo subito delle congestioni di traffico.
Qui già si capisce che non si può parlare certamente di una rete in crisi, ma il bello è che in realtà i numeri hanno dimostrato come il gioco online, lo streaming web e le email, ognuno presi singolarmente intasino la rete più di tutti i "torrents" messi insieme.
Ovviamente questo genere di informazioni verranno passate sotto silenzio per non disturbare i manovratori della RIAA e MPAA americane che invece premono assai sull'acceleratore del Copyright Act Statunitense e internazionale.

Detto questo (chi volesse approfondire vada agli articoli originali) mi viene da considerare come le realtà locali siano di molto diverse tra loro, e come chi "scarica" da noi in Italia usi ancora programmi e reti come quella di Emule, a differenza di quello che succede negli USA. Da questi articoli americani si intuisce come da loro ormai il P2P sia sinonimo di "BitTorrent".
Questo però mi fa alzare un po' il pelo perchè mi chiedo che intenzioni ci siano da parte dei governi mossi dalle lobby e non da persone competenti.
Personalmente non sono un utente delle reti Edonkey e il Bittorrent lo uso per scaricare velocemente e con semplicità le immagini ISO delle nuove distribuzioni Linux.
Adesso mi chiedo: ma se i provider internet con un po' di traffic shaping applicheranno rallentamenti artificiali al protocollo torrent ovviamente ci andrò di mezzo anche io che il torrent lo uso raramente e per usi del tutto leciti.

Siamo alle solite: leggi fatte "ad min---am" non risolvono i problemi e danneggiano solo gli utenti che si muovono correttamente.
Pensiamo ai sistemi DRM che dovrebbero proteggere la musica che si muove sul web e che alla fine limitano solo la libertà di quelli che la musica la acquistano.
Non disturbano in nessun modo quelli che comunque la musica se la scambiano, al massimo li obbligano a trovare nuove strade per proseguire il loro percorso.
Meditate gente, meditate

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