giovedì, dicembre 21, 2006

Mi sa che qualcosa sto iniziando ad impararla (parlo di Ubuntu...)

Due mesi senza post in un blog sgarrupato come questo mi sa che non sono nemmeno molti. Spero almeno siano due righe utili per qualcuno. Chissà che magari tra un colpo di Google un altro, cercando qualche soluzione non si capiti su questo post.

Vado subito al dunque e vedo di rendere semplici i pochi concetti che ho capito essere fondamentali per una "normale" (chi può dire cosa sia normale) installazione di Ubuntu (6.1.0), magari su di un sistema che ospita già Windows. Vedo dunque di andare per passi.

1) l'avvio di Ubuntu Live

2) parliamo di dischi e relativo spazio.

3) l'installazione su hard disk.

Ovviamente dò per scontato che si sappia dove andare a prendere l'immagine ISO di Ubuntu, come scaricarla e dulcis in fundo anche come scriverla su di un CdRom (usando la funzione apposita di qualunque software per masterizzatori).

1) l'avvio di Ubuntu Live

Con il disco di Ubuntu in mano sarà bene accertarsi che il proprio BIOS sia settato per fare partire il computer anche da CdRom, e ovviamente che il CdRom sia cercato prima del disco fisso (hd0).

Una volta inserito il Cd e avviato il pc si presenta la schermata di boot iniziale di Ubuntu dalla quale possiamo decidere in quale lingua desideriamo operare e con quale disposizione di tastiera abbiamo a che fare. Di solito si sceglie italiano e si prosegue alla partenza con un bel <invio>. Non voglio qui considerare cosa fare se la partenza standard dovesse andare male, non è questo l'obbiettivo di questo post, ma se tutto è andato bene dopo pochi minuti dovremmo trovarci "automagically", come dicono gli americani, con Ubuntu avviato ed operativo.

Altro fattore che do per scontato affinchè l'installazione sia il più semplice possibile è che il vostro sistema sia collegato ad internet tramite un router avente il sistema DHCP attivato e che avrete avuto l'accortezza di accenderlo prima di Ubuntu. Questo perchè in queste condizioni il DHCP è in grado di fornire a Linux i parametri per collegarsi in rete e arrivare a navigare molto semplicemente.

Se dunque avete un router provate come prima cosa a navigare, e se non doveste essere in grado di raggiungere nemmeno www.google.it allora forse dovete attivare la rete nel menu "System -> Amministrazione -> rete". Unica dritta che vi do è quella in merito ai DNS: non dimenticate di inserirne almeno uno. Potrebbe andare bene 212.216.112.112. Per il resto la configurazione della rete non oggetto di questo tutorial.

Se sistemata la rete riuscite a navigare meglio!... anche se la cosa non è obbligatoria per l'installazione. Il fatto che il sistema possa navigare permetterà alla fase finale di installazione lo scaricamento dei pacchetti completi della lingua (italiana...) con la quale sperate poter lavorare. Altrimenti i menu e alcune applicazioni avranno le scritte miste un po' in inglese e un po' in italiano.

2) parliamo di dischi e relativo spazio.

A mio modestissimo parere è bene andare a decidere come si desidera suddividere lo spazio prima di proseguire con l'installazione, anche se questo è comunque possibile durante. Questo per una serie di motivi che vanno dal "metodo" al fatto che se sul computer già abbiamo magari WinXP possiamo poi fare anche dei controlli.

Tutta la gestione del disco la faremo tramite Gparted "System -> Amministrazione -> Gparted" che è un ottimo strumento per la manipolazione dei dischi. Ovvio che con uno strumento del genere, se avete già WinXp installato, l'attenzione deve essere massima e se non sapete bene cosa state per fare forse è meglio fermarsi: se invece il disco è vuoto o lo si può cancellare allora potete andare tranquilli.

I valori che darò sono davvero molto a spanne perchè i fattori che li determinano sono molti. L'obbiettivo che mi pongo è quello di arrivare ad avere 3 partizioni: la prima per il sistema operativo e i programmi, la seconda per i dati e tutte le impostazioni dell'utente e la terza sarà quella per lo Swap della memoria. Quest'ultima è bene che sia sempre circa il doppio della Ram a disposizione, senza però superare i 512Mb (tanto di + non serve).

Per la prima partizione possono bastare anche 3 Gb se avete poco spazio altrimenti una decina dovrebbero andare bene, il resto dello spazio disponibile lo darete ai dati.

Nel caso sul computer sia già presente Windows il consiglio che vi do è quello di procedere innanzitutto al backup dei vostri dati principali e successivamente alla deframmentazione del disco fisso. Una volta eseguite queste operazioni usando Gparted potrete ridurre le dimensioni della partizione di Windows per fare spazio alla nuova installazione di Ubuntu. In questo caso (qualcuno potrebbe pensarla diversamente) io sul mio pc non ho lasciato che 10 Gb a Linux perchè intanto i dati li salvo nella partizione di Windows: in questo modo tutto quello che faccio da una parte lo troverò dall'altra.

Un consiglio, non un obbligo, quando usate Gparted è quello di eseguire le operazioni una alla volta così almeno qualsiasi cosa succeda circoscriverete i possibili danni. Quindi una volta scelta l'operazione darete il comando per applicarla, e via dicendo.

Nel caso abbiate dovuto ridimensionare la partizione di Windows l'ulteriore consiglio prima di procedere con la creazione delle nuove partizioni Linux è quello di riavviare il computer senza Cd e vedere se Win funziona ancora senza problemi.

Ok, Windows funziona ancora e quindi riacceso il computer e riavviato Ubuntu si procede alla creazione delle 3 partizioni necessarie (v. sopra) e si da il via alla installazione vera e propria.

3) l'installazione su hard disk.

Questa operazione viene avviata tramite l'icona presente sul desktop.

La fase farà davvero poche domande, le farà tutte all'inizio per poi far proseguire il setup senza interruzioni sino alla fine e senza reboot (notare la vena polemica...). Tutte le domande sono abbastanza banali, ma la cosa più importante sarà sempre quella legata al disco fisso.

Quando il setup chiederà cosa vogliate fare circa l'hard disk basta rispondere che si vuole manomettere le partizioni manualmente. Così facendo ci verrà riproposta la schermata di Gparted dove non toccheremo nulla perchè tutto dovrebbe essere già ok. Dopodichè un piccolo prospetto ci riepilogherà le partizioni presenti, qui decideremo quali formattare e come assegnarle all'uso di Linux.

Come già detto più sopra la prima partizione andrà formattata e avrà come mount point "/"

La seconda partizione (la più grande) verrà montata su "/home" e andrà formattata solo nel caso non contenga dati da salvare. Nel caso di una reinstallazione di linux probabilmente vorremo salvare le cartelle precedenti e quindi non la formatteremo.

Per terminare avremo l'accortezza di dare una password all'utente con il quale opereremo. Ricordatevi di dare sempre nome utente, password e nome macchina in minuscolo. Non è obbligatorio ma con linux è molto meglio.

Vi siete ricordati di controllare se il computer naviga in internet (magari dopo un riavvio è necessario risistemare la cosa)?

Bene se il computer ha l'accesso web è meglio e possiamo proseguire con il setup vero e proprio. Lasciate andare la fase che procederà con la copia e la successiva configurazione di tutto il sistema.

Preso un caffè, e fatti due passi il sistema sarà pronto all'uso: e con questo intendo proprio all'uso. Ubuntu una volta installato avrà già tutti i software necessari per essere immediatamente produttivi senza dover installare altro... (o quasi).

Terminata l'installazione avremo la possibilità di riavviare il computer e una volta tolto il CdRom il sistema partirà perfettamente da hard disk.

Nel caso fosse presente anche Windows, allora GRUB ci presenterà un menu di avvio dal quale potremo sempre scegliere con quale sistema partire.



Nella prossima puntata vedremo come accedere ai dischi NTFS di Windows, come sistemare i plugin di FLASH in Firefox, come installare i codecs multimediali e quale sia lo strumento per installare nuove applicazioni.

lunedì, ottobre 16, 2006

Alla fine del recovery

Alla fine la fase di ripristino è terminata. Purtroppo "active@ file recovery" (AFR) pur essendo molto accurato nella sua operazione non è molto di aiuto nel farti capire l'origine dei file cancellati. Nel caso di file persi su dischi ormai formattati riutilizzati non ripropone la struttura originale delle directory. Anche la fase di riestrazione dei file avviene in modo piuttosto lento. A parte le note dolenti che ti obbligano ad un lavoro certosino di ricupero però le capacità di recovery sono davvero notevoli.
Qualcuno mi ha anche consigliato l'uso di "Stellar Phoenix". In effetti anche questo è un software veloce e di semplice utilizzo, ma... non ha ricuperato la stessa quantità di file nè con la stessa qualità rispetto a AFR. D'altro canto questo programma aiuta molto di più a capire quale fosse la struttura originaria dei dati e anche la fase di riestrazione dei file avviene più rapidamente. Probabilmente quindi in situazioni meno al limite potrebbe essere consigliabile.
Insomma alla fine ho riportato al cliente quanto possibile, senza infierire ulteriormente...vedremo

Oggi ho anche reinstallato Ubuntu dopo i disastri combinati la scorsa settimana. Questa volta è stata la volta di "Edgy Eft". Ho appena terminato l'installazione di tutti gli upgrade (404). Adesso faccio il reboot e vediamo il risultato.

domenica, ottobre 15, 2006

Esistono solo due tipi di dati (ovvero l'importanza dei backup)

forse 15 anni fa, leggendo un articolo su di una rivista americana rimasi gradevolmente fulminato dalla lapidarietà quasi ovvia dell'autore che parlava dell'importanza dei backup.
Oggi sono alle prese con qualcosa che mi ha riportato alla mente quell'affermazione:
"Esistono solo due tipi di dati: quelli che avete salvato e quelli che non avete salvato".
Detta così sembra quasi banale, ma scagli la prima pietra colui il quale, non foss'altro che per pigrizia, ogni tanto non si "dimentica" di eseguire un backup.
Per quanto mi riguarda almeno per le cose importanti di lavoro diciamo che ci provo. Uso due hard-disk esterni separati che aggiorno alternatamente e abbastanza di frequente, in questo modo anche se dovessi subire un disastro improvviso, almeno una delle copie dovrebbe salvarsi.
Peccato però che così non fanno tutti, e come dicevo oggi sono alle prese con un disaster recovery davvero molto improbabile.
Questo mio cliente mi chiama disperato perchè non riesce più a ricuperare dei dati da un hard disk. Cerco di capire dalla spiegazione al telefono, ma la cosa non mi è chiara. Vado dunque di persona al suo negozio e dopo qualche domanda in più arrivo a capire....
Tralasciando tutta la storia ed i perchè e i percome, questo aveva formattato l'hard disk che conteneva la sua vecchia installazione di windows, dati compresi, senza verificare la completezza dei dati che si era riportato sulla macchina nuova.
Mi direte che da una formattazione accidentale si torna indietro facilmente, e questo è vero: però non contento del format (per nulla accidentale) ha poi deciso di utlizzare i nuovi 80GB di questo hard disk come deposito per MP3. Qui l'affare si complica.
Se un disco appena formattato ha in realtà ancora tutte le sue informazioni integre, la successiva riscrittura ha invece comperto le zone che prima erano occupate dai files.
Un rapido giro su internet mi ha proposto una miriade di possibili software per tentare il ricupero, che ovviamente potrà agire solo sulla parte non ancora sovrascritta.
La scelta è caduta su "active@ file recovery for windows" che ha dimostrato un'ottima capacità di analisi sulla porzione di disco ormai sovrascritta, per la quale non esiste nemmeno più una copia della tabella di allocazione. Rispetto ad altre soluzioni ha eseguito un'accurata scansione di tutta la superficie in tempi molto ridotti, dandomi la possibilità di salvarne il risultato. Questa possibilità di memorizzare il risultato della scansione mi ha permesso quando necessario di spegnere il computer e ripartire con le operazioni di ricupero senza dover ripartire da zero.
L'operazione "salvate la cartella Ryan" non è ancora terminata, vedremo domani se San Gennaro ci avrà fatto la grazia facendoci ritrovare i files perduti

Esistono solo due tipi di files: quelli che avete salvato e quelli....

mercoledì, ottobre 04, 2006

la Distro è apparsa

Diciamo che un nuovo post dopo 5 mesi non è male. Non per altro il nome del Blog fa riferimento al Chaos e diciamo soprattutto a quello che impera nella mia testa.
Insomma per quanto riguarda la ricerca di una distro che funzionasse sul portatile di Cristina, che decisamente non è il massimo della potenza, sono poi arrivato ad una conclusione che ha trovato d'accordo anche Lei.
PARSIX: ecco dove è caduta la scelta. Parsix che nel frattempo è passato da una versione beta ad una stabile è una distribuzione che viene (come il nome lascia intendere) dalla Persia. E' basata su Debian e usa Gnome come Desktop manager. Pur usando Gnome riesce però a operare dignitosamente anche con 128 Mb di Ram forse anchè perchè non attiva di default una miriade di daemon e server che spesso poi non servono ad un utente normale.
Il Cd si installa partendo da una attivazione in modalità live. Il mio consiglio, soprattutto se si ha poca Ram, è comunque di partizionare prima il disco creando almeno la partizione di Swap così quando si fa lavorare il sistema da Cd le prestazioni rimangono accettabili.
Alla partenza della live di sicuro è consigliabile dichiarare la lingua che si vuole adoperare, e strano ma vero pur non essendo una distro tra le più blasonate l'Italiano è abbastanza ben integrato. L'unico "problema" è stato dover scaricare tramite Synaptic le localizzazioni italiane di Firefox e OpenOffice. Grazie a Synaptic però la cosa è semplice ed indolore.
Anche per il wireless, vuoi per fortuna, vuoi perchè hanno fatto un buon lavoro ma non ho avuto problemi a configurare la mia Dlink DWL 650+. Tutto ok insomma, il vecchio Toshiba trotta un po' all'avvio dandoti il tempo di andare a prendere qualcosa da bere in cucina, ma quando torni tutto è attivo e pronto ad operare.
Una cosa è importante riguardo il sistema sonoro Alsa. Il computer parte e fa tutti i suoi rumorini e così pensi che l'audio problemi non ne abbia. Il giorno dopo inserisci un Cd Audio nel lettore e scopri che il player va in errore, e così anche tante altre applicazioni simili. Il problema è da ricercarsi nell'uso esclusivo che viene fatto dal sistema per generare il suoni legati all'operativo. Basta dunque andare nelle impostazioni sonore e disattivare i suoni di sistema: a questo punto tutto si mette ad andare che è una meraviglia.
Già che Synaptic è attivo e funziona bene ho pensato ai tempi di prima attivazione per OpenOffice e mi sono detto: non posso aspettare un anno per scrivere una letterina banale, o fare due rapidi conti da salumiere. La soluzione è stata semplice, ho scaricato e installato in 5 minuti e automaticamente sia Abiword che Gnumeric ed eccomi ad avere due strumenti veloci ed efficienti subito operativi. E poi non mi vengano a dire che Linux è più complicato di Windows... bah

lunedì, maggio 22, 2006

Elive, Knoppix e la ricerca di una distro per signore

In questi giorni sono alle prese con una alternativa per Cristina e il suo portatile. Il pc in questione è un Toshiba Celeron 800, con 40Gb e 128MBRam e uno schermo da 1024x768. Insomma un computerino simpatico ma ormai un po' datato.
Cristina lo usa solo per poche cose: la posta, un po' di internet, scaricare e organizzare le sue foto e alla fine scrivere qualcosa con un wordprocessor. Visto che lei è partita da questo pc senza precedenti esperienze, pensavo potesse essere l'utente perfetto per fare la prova di portarla verso Linux dopo che Windows Millenium(tm) ha iniziato a "sbarellare" e Windows 2000(tm) ha dimostrato di essere troppo pesante per quell'hardware.
Ecco che subito iniziano i problemi, che distro proviamo a metterci? Per adesso la scelta è stata tra due ipotesi: Elive (la distro basata su Debian con Enlightenment desktop manager) e Knoppix (la notissima distribuzione anchessa basata su Debian molto curata e completa). Tutte e due le distro nascono come live, ma possono essere installate in modo definitivo su hard disk.
Elive pensavo potesse piacere molto a Cristina visto quanto è curata nel look'n'feel, insomma una cosa apprezzabile anche per il suo aspetto. Peccato, ho fatto il solito errore di vedere le cose con il mio metro. Sono io quello che non ama un desktop pieno di cose e quindi apprezzo un desktop senza icone come quello di Elive, ma così non è per molti, che invece trovano semplice e intuitivo riempire la propria scrivania virtuale con un monte di cartelle e icone.
Insomma Cristina preferisce Knoppix con il suo classico KDE peccato che allo stato attuale delle cose io non riesca a far partire questa distro. Di solito con qualche alchimia nei parametri alla partenza magari un bel "nopcmcia" o simile la fase di boot prosegue che è un piacere. Qui niente da fare: o parto in modo "failsafe" (simile alla modalità provvisoria di Windows(tm)) o quando arriva a dover creare "fstab" con la scansione delle partizioni il tutto si blocca.
Ovviamente sto cercando di fare le cose per gradi e quindi di avere un sistema con dual boot dove nel caso Windows sia ancora utilizzabile.
Per adesso Elive funziona che è un piacere, anche se non ho ancora preso in mano il problema del "winmodem" che come sempre è una bestia grama. Elive è una distro belga ancora giovane ma davvero molto curata, non ha al suo interno un elevatissimo numero di programmi, ma essendo basata su Debian, penso che con il solito APT sarà facile farla crescere con tutto quanto necessario.
Per quanto riguarda Knoppix adesso andrò alla ricerca di qualche notizia in merito al problema che ho con le partizioni e una volta trovata la risposta provvederò a pubblicarla.

giovedì, maggio 18, 2006

Hello World

Da qualche parte bisogna anche iniziare giusto?
beh, allora diciamo che dopo i mitici Kernigan e Ritchie, l'inizio per un programmatore qualsiasi è proprio : "Hello World"

Non me ne voglia chi di Jerry Puornelle conosce e ricorda il valore, ma questo blog nasce con il vivo ricordo del mitico scrittore di BYTE. Lui, a differenza del sottoscritto, è uno di quei personaggi presente in un miliardo di attività, con una cultura impressionante e che dall'inizio degli anni '80 ha fatto scuola per quanto riguarda l'uso di un computer. Jerry ha sempre scritto circa le sue esperienze, dando le sue personalissime impressioni riguardo a ciò che riusciva ad utilizzare e a quanto succedeva nel suo mitico "Chaos Manor".
Il Maniero del Caos così battezzò il suo ufficio. Peccando io di assoluta immodestia, in segno di rispetto però, battezzo quindi il mio ufficio "Chaos flat".

Lui non ha mai scritto delle cose per sentito dire, ha sempre espresso opinioni autorevoli, condite da esperienza diretta e buon senso.
Inizio quindi dedicando questo spazio a Jerry, al suo lavoro di ricercatore, giornalista e autore di libri di successo.

Grazie a BYTE e Jerry per avermi trasmesso un sana attitudine nell'osservare questo pazzo mondo dell'informatica applicata.