domenica, maggio 31, 2009

Ci sono 2 tipi di dati: quelli che hai salvato e quelli no


Sarebbe come dire che ci sono due tipi di dati: quelli che perderai e quelli che forse forse ti resteranno ancora a lungo.
Mentre son qui che penso a cosa scrivere mi viene da pensare a come il supporto informatico sia tra i meno sicuri fin qui inventati. Leggiamo ancora manoscritti di mille anni fa, ma non siamo più in grado di leggere un documento scritto 15 anni fa con WordStar e salvato su una cartuccia Iomega Bernoulli della quale non esiste più nessun lettore.
Ma lasciamo stare questo che magari ne parliamo un'altra volta e torniamo al salvataggio dati odierno.
Nel post precedente ho fatto un mega pistolotto sull'importanza dei backup e concludevo dicendo che avrei proposto un paio di soluzioni gratuite per eseguire il backup su disco esterno, sia esso USB che di rete. Bene eccoci qui: e senza "tergiservare" troppo questi sono i miei due cent.
1) Comodo Backup
2) Cobian Backup


Entrambe sono procedure per Windows che si installano molto semplicemente e forniscono una interfaccia grafica per definire i parametri del salvataggio. Questi sono gli aspetti che di solito prendo in considerazione quando ne metto in pista uno.

- Do' un nome al Backup Job
- Creo tanti "Job" divisi per argomento logico (es: Documenti, Desktop, Posta etc. etc.)
- Scelgo la/le cartelle da inserire nel Job
- Decido se il Job è "incrementale" o "Completo"
- Decido se voglio un Job Automatico con un orario preciso o se sarò io a salvare a mano
- Se necessario imposto un numero di revisioni da tenere sul disco
- Definisco la cartella di destinazione per il salvataggio (sul disco esterno)
- Se necessario chiedo una conferma del salvataggio via email


Dopo il decalogo (anzi ottalogo) due parole: Le scelte le faccio innanzitutto chiedendomi se il backup sarà automatico o lanciato a mano dall'utente. Nel caso il backup sia automatico preferisco fare un Job unico e dire di salvare sempre tutto (non incrementale), intanto se lo eseguo di notte non mi interessa se ci mette 1 o 3 ore e poi chiedo una conferma via email.
Nel caso invece di un backup eseguito a mano dall'utente come dicevo sopra creo tanti Job divisi per cartelle o argomento. Così l'utente può decidere se salvare i soli documenti o il Desktop o le foto o la contabilità. Inoltre in questo caso tendo a impostare job incrementali per ridurre il tempo di attesa.
Alla fine vi chiederete quale dei due programmi scegliere: sinceramente direi che sono due ottime scelte e forse userei Cobian in caso di backup da eseguire in automatico di notte, nel caso di backup manuali invece forse forse preferisco Comodo.

venerdì, maggio 29, 2009

Quanto costa il tuo computer?


... ti rispondo io: NON molto!
Se penso a quanto costavano i computer solo 15 anni fa, ma anche 10, ormai il computer è un bene di largo consumo.
Bene! dato questo assunto la maggior parte degli utenti presta tanta attenzione a non rovinare il suo pc e poi non considera nemmeno il valore di quanto contenuto nel proprio computer. Non parlo solo dei privati, ma anche di piccole aziende e realtà lavorative che sembrano dimenticarsi dell'esistenza dei propri dati: come se tutto quello che è salvato in un computer fosse in una cassaforte a prova di disastro nucleare.
Parlavo di backup dati proprio poco tempo fa scrivendo della vulnerabilità degli hard disk, ma l'argomento mi è tornato tra le mani oggi con un articolo che tratta di tecniche di salvataggio archivi. Questo blogger si chiede quanto sicuri siano i nostri backup archivi dando per assunto che i salvataggi vengano fatti, a me invece è venuto proprio da chiedermi quanti di noi abbiano attivato una procedura di backup regolare ( o quasi).
Secondo me siamo in pochi, soprattutto nel mercato casalingo, a preoccuparci di un regolare backup. Molti hanno acquistato il loro primo computer e lo stanno usando senza una vera cultura specifica a riguardo: magari l'acquisto è nato come passo successivo alla macchina fotografica digitale e viene visto quasi esclusivamente come deposito per le foto e per un po' di navigazione internet.
Anche chi però usa il computer in modo più completo e regolare cade spesso vittima della pigrizia: pur sapendo che il computer si può rompere, consapevoli di quanto è contenuto nei loro giganteschi hard disk, alla fine la noia di mettersi li a fare un salvataggio, scegliere le cartelle da trasferire e poi aspettare ha la meglio. Così Terabytes di dati sono a rischio di "evaporazione" nei computer di mezzo mondo.
L'articolo che leggevo oggi tratta sopratutto di backup aziendali eseguiti su nastro, e si chiedeva quanti operano correttamente verificando di quando in quando i nastri facendo un restore di controllo, usando varie cassettine diverse per non usare sempre la stessa, e controllando i Log della procedura di backup.
La prima reazione che ho avuto è: "ma possibile che ancora si facciano i backup su nastro" è un supporto obsoleto, lento, poco affidabile, infido e quando devi ricuperare un dato c'è da mettersi le mani nei capelli e contemporaneamente pregare.
I nastri (i DAT per intenderci) sono quelle cassettine che sembrano dei videotape in miniatura e che necessitano di lettori speciali molto costosi e spesso con una vita limitata come tutte le unità meccaniche. Il Dat richiede poi il regolare uso di una cassetta pulisci testine, perchè i nastri che corrono ad alta velocità depositano una grossa quantità di polvere di ferrite sulle testine stesse sporcandole e falsandone il funzionamento. Prima scrivevo che il DAT è infido anche perchè spesso la procedura esegue il backup senza dare segnalazioni di errore ma quando poi si va a rileggere quel nastro chissà come mai risulta illeggibile. Sarà per problemi di temperatura, umidità, o solo perchè la testina che lo ha scritto era troppo sporca oppure il nastro troppo usato: fatto sta che io di mettere i miei dati su di un supporto di questo tipo proprio non me la sento.
Non dimentichiamoci poi che il DAT è un nastro, e quindi come tale è un supporto ad accesso sequenziale, proprio come le vecchie cassette di musica. Voglio dire che se tutto va bene e devo recuperare una informazione che si trova in un file di Excel posto verso la fine, la procedura di restore deve scorrere tutto il nastro per caricare magari 10KB di materiale: in pratica magari ci metto 15 minuti per una stupidata per la quale devo imparare ad usare programmi di solito abbastanza complicati. Decisamente il DAT non fa per me.
Dato quindi per assunto che io considerò già persi quei dati di cui possiedo una sola copia, oggi con l'irrisorio costo dei dischi esterni ritengo che una sana procedura di salvataggio se la possano permettere proprio tutti. Basta un disco esterno (USB o di rete) e un qualche programma che ci aiuti a rendere semplice e automatico il salvataggio (ce ne sono molti ottimi e gratuiti) e il gioco è fatto.
Niente DAT dunque, solo dischi fissi che di solito dichiarano in modo molto più trasparente la loro imminente rottura e permettono operazioni più semplici sia in fase di salvataggio che di ricupero dati.
Il prossimo giro, vi darò due dritte circa un paio di possibili software gratuiti per eseguire un backup efficiente, e come fare a salvare anche la posta elettronica grande problema di molti programmi di posta.

domenica, maggio 17, 2009

Ripristinare Ctrl + Alt + Backspace


Forse la terna di tasti in oggetto non la conoscevate, ma se siete capitati a questa pagina mi sa che mi sbaglio. Diciamo che come molti utenti Windows conoscono bene Ctrl+Alt+Canc, gli utenti Linux dovrebbero conoscere Ctrl+Alt+Backspace. Questi tre tasti sono la scorciatoia per uscire da una sessione di lavoro bloccata e ritrovarsi nuovamente al login, o semplicemente per riavviare il X e il window manager dopo qualche modifica sostanziale.
Peccato che con Ubuntu 9.04 Jaunty questa opportunità sia stata disattivata, motivandola come una possibile causa di problemi per chi involontariamente avesse premuto i tasti: già, come se tutti fossero li a fare i contorsionisti per premere 'sti 3 bottoni notoriamente vicini tra loro....
Vabbè, polemiche a parte la soluzione per riattivare il tutto c'è ed è anche semplice: basta riattivare il comando "dontzap".
Aprite un terminale e date i seguenti comandi
sudo apt-get install dontzap

per installare il comando, e poi
sudo dontzap -d

per effettivamente riattivare la funzionalità
Buon Linux a tutti

Dimenticavo, la cosa funziona al riavvio successivo.

Ubuntu 9.04 Jaunty e gli aggiornamenti

Bene, da qualche settimana Jaunty Jackalope (aka Ubuntu 9.04) è ufficialmente rilasciata e inizia a dimostrarci i suoi punti di forza e le sue debolezze.
Questo vuole solo essere un post di servizio veloce veloce per segnalare un comportamento che può essere pericoloso per la vostra installazione. Come dicevo nel titolo si tratta di un problema legato agli aggiornamenti che già di per loro oggi si propongono in un modo molto noioso.
Avrete infatti notato che invece apparire la solita freccina rossa nella task bar che ci ricorda la presenza di nuovo software esce una noiosissima schermata con l'elenco dettagliato dei componenti aggiornati. E fin qui si potrebbe sopravvivere se una volta chiusa non continuasse a riproporsi insistentemente.
Il problema però non è questo ma una qualche sorta di instabilità che porta al blocco totale del sistema. Mi è già successo due volte (con due pc diversi) in pochi giorni che il sistema di aggiornamento si bloccasse inesorabilmente inchiodando del tutto il pc. Finisse qui non sarebbe grave se non fosse che una volta spento e riacceso non c'è stato più modo di riaccedere al mio utente in modo grafico.
Non ho avuto molto tempo per indagare la cosa, e ho risolto semplicemente reinstallando Linux da zero, però se la vostra installazione è complessa questo potrebbe essere fatale.

Da qui la mia "Regola degli aggiornamenti di Ubuntu 9.04 Jaunty Jackalope":

FATE GLI AGGIORNAMENTI A SISTEMA DEDICATO
(cioè senza lavorare nel frattempo)

Se qualcuno ne sa di più e ha delle soluzioni al di la della reinstallazione potrebbe farci sapere ;)